E se l’amore fosse una tazza di tè?

L’amore è un incontro, proprio come quello fra l’acqua e il tè.
Il che significa che qualcuno di noi è l’acqua e qualcun altro il tè. Ci sono persone che amano accogliere e ascoltare, che sono curiose, che si preoccupano di conoscere più che di lasciare il segno: sono le persone acqua.
Altre persone invece sono impazienti, amano raccontare e raccontarsi, si tuffano nella vita degli altri decise a lasciare la propria impronta e il proprio sapore: sono le persone tè.
Ma allora, se l’amore è un incontro proprio come succede in una tazza da tè, perché in amore ci dimentichiamo di alcune regole che invece non scorderemmo mai nella preparazione del tè?
Per cominciare, perché non riusciamo ad accettare che anche con gli amori ciascuno ha il suo tempo, e affrettare le cose o rimandarle troppo servirà soltanto a guastarne il sapore?
Quante volte abbiamo pensato che se una relazione non aveva funzionato la colpa era nostra, che non ci meritavamo un tè tanto pregiato, che non siamo destinati a essere felici, che nel nostro futuro non può esserci che la solitudine, quando in realtà era semplicemente una questione di tempo. Ogni amore ha il suo, non possiamo farci niente, con il tempo non si discute. O lo si rispetta o se ne subiscono le conseguenze.
E che dire della regola della seconda o addirittura della terza infusione, quella che consiglia di buttare via il primo tè, in cui il sapore dei tannini è ancora troppo forte, e aspettare le infusioni successive?
Non vale forse anche in amore, ogni tanto, soprattutto quando all’inizio siamo innamorati dell’amore, più che dell’altra persona. Non è facile, certo, buttare via un amore, saper aspettare l’infusione successiva, saper rimandare. Anche perché qui non ci sono regole che valgano e si rischia sempre di avere gettato nel lavandino l’infusione perfetta. Eppure quante volte, in vita nostra, abbiamo ringraziato il cielo per aver visto quella prima infusione scomparire dalla nostra vista, perché soltanto dopo, quando stavamo per rinunciare a bere il nostro tè, è arrivata l’infusione perfetta.
Insomma, in amore funziona proprio come per una buona tazza di tè. Ci si perde in sapori e aromi sconosciuti, ci si dimentica di se stessi e soltanto così si arriva a essere davvero se stessi.
C’è un caso particolare, però. È il caso delle persone acqua che hanno un residuo fisso molto alto, destinato a cambiare il sapore del tè con cui viene a contatto. Qualche tè riesce ad accettarlo e il suo sapore ne viene esaltato, ma diciamo la verità, la maggior parte dei tè non sa convivere con un residuo fisso importante e fugge indispettito non appena inizia a cambiare sapore. Le persone acqua con un residuo fisso alto sanno bene quanto possa essere duro a volte l’amore e quanto si faccia aspettare. E spesso conoscono bene la solitudine, sanno che è il prezzo da pagare per la loro personalità. Ciò che non sanno, o che dimenticano a volte, è che in realtà è quasi sempre questione di tempo: il tempo di trovare una miscela speciale, che si sposerà alla perfezione con il gusto così particolare di quell’acqua, e di quella soltanto, per dare vita a un tè unico e irripetibile.
Le regole del tè e dell’amore sono più facili di quanto si creda.
Ma ce n’è una su tutte che tendiamo a dimenticarci ed è che in amore, come nel tè, ogni tanto bisogna mettere da parte tutte le regole e godersi il momento, prima che l’aroma si disperda per sempre.
ROBERTA MARASCO è autrice di Le regole del tè e dell’amore, oltre che traduttrice. Vive in Spagna, è fermamente convinta dell’esistenza di un rosa femminista, che aiuta le donne a cercare la strada verso la felicità senza sensi di colpa, e ne parla nel suo blog, Rosa per caso.
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