Blue whale: il gioco della morte

Blue whale, nonostante il nome affascinate, indicherebbe un inquietante fenomeno del momento: una gara virale che convince i partecipanti al suicidio.
Le vittime sarebbe costrette a fare tutto ciò che la persona misteriosa gli indica, perchè in possesso di informazioni compromettenti.
Il gioco prevede lo svolgimento di 50 ipotetiche attività che, passo dopo passo, conducono l’utente a togliersi la vita.
Ad esempio il ragazzo minacciato è costretto a guardare video psichedelici, a farsi dei tagli sui polsi, ad incidersi una balena sul braccio, fino al salto mortale da un palazzo.
Il professore Giovanni Ziccardi, del dipartimento di Informatica giuridica presso l’Università degli studi di Milano, afferma che: “Sembrano credibili i 2-3 video che circolano e documentano i suicidi dei ragazzi. Il resto è avvolto nella nebbia. Ho provato a studiare siti e domini, ma per ora non esistono fonti certe. A San Pietroburgo hanno arrestato Philipp Budeikin, 22enne studente di psicologia, ideatore della gara. Ma per ora a lui e a Blue whale si possono ricondurre concretamente solo 16 morti, il resto potrebbero essere tragedie slegate dal fenomeno. Anche il caso del giovane di Livorno potrebbe non essere collegato. Insomma, è presto per trarre le conseguenze ed è rischioso diffondere dubbi”.
Ziccardi inoltre consiglia di fare attenzione a questo Vkontakte e di evitare di creare post, tweet e foto che usano l’hashtag #bluewhale.
“In queste ultime ore i social, come Instagram, stanno rispondendo agli utenti che lo utilizzano, chiedendo loro se hanno bisogno di aiuto.”- continua Ziccardi-” Ai genitori, invece, consiglio di controllare sempre cosa fanno i figli online, di condividere password e connessioni. Anche se proprio questo punto è il più controverso della faccenda: il gioco prevede che i partecipanti fuggano di casa nella notte, si taglino braccia e gambe… Come mai le famiglie non si sono accorte di nulla? Siamo forse davanti a una pericolosissima bufala che, però, sta coinvolgendo tanti adolescenti che decidono davvero di farla finita? Esistono diversi siti che istigano al suicidio o diffondono violenze e atti di bullismo. Demonizzare il mondo 2.0 è sbagliato, ma di certo Internet amplifica tutto, i social sono strumenti molto persuasivi e possono diventare pericolosi per le persone più fragili, che hanno già problemi seri. Infatti, anche se Blue whale è un fake, è verissimo il pericolo di emulazione, ovvero giovani che vogliono imitare quello di cui tanto si parla”.
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