Jonathan Demme, addio al regista de "Il silenzio degli innocenti"

Jonathan Demme, il regista de “Il silenzio degli innocenti”, muore all’età di 73 anni.
Tra i personaggi più famosi del film c’è sicuramente il dottor Hannibal Lecter, nato dall’estro creativo dello scrittore Richard Harris, e reso famoso ed immortale da Jonathan Demme.
E’ rimasto impresso nella memoria di tutti grazie alla incomparabile maestria di Anthony Hopkins, che gli ha donato una personalità affascinante e al tempo stesso inquietante.
Demme avrebbe voluto affidare la parte dell’aspirante agente FBI, Clarice Starling, a Michelle Pfeiffer, con la quale aveva già lavorato nel film ‘Una vedova allegra… ma non troppo’.
Grazie alla sua rinuncia si sono spalancate le porte per Jodie Foster, che ha dato vita ad un personaggio fragile e stranamente forte in perfetta sintonia con la dicotomia fascino/inquietudine messa in scena da Hopkins.
Il film ha riscosso consensi dal grande pubblico ed ha vinto, durante la cerimonia degli Oscar del 1992, tutte e cinque le statuette principali: miglior film, regista, attore protagonista, attrice protagonista e sceneggiatura.
Della sua carriera, lunga oltre 40 anni, ricordiamo il suo primo film “Femmine in gabbia”, girato all’età di 30 anni, ed “Il segno degli Hannah” con il quale vince il premio “New York Film” ed inizia il suo indissolubile legame con il cinema.
Da non dimenticare anche “Dove eravamo rimasti”, commedia caratterizzata da una inedita Meryl Streep nei panni di una cantante rock presentata alla Mostra del cinema di Venezia due anni fa.
Nel 2016 ha anche diretto un documentario musicale su Justin Timberlake.
Molti artisti hanno utilizzato i social per salutare e ricordare Jonathan Demme. La Foster con un comunicato ha dichiarato di avere il cuore a pezzi per “aver perso un amico, un ragazzo così singolare e dinamico che avresti voluto disegnare un uragano per contenere la sua forza”.
Molto commovente anche la dedica di Timberlake postata su instagram in cui ringrazia il registra per aver fatto emergere “la parte migliore di lui come uomo”.
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