La flora batterica intestinale: ruolo nella salute e nella malattia

flora batterica

La flora batterica intestinale è composta da un insieme di microorganismi che popolano l’intestino dell’uomo e degli altri animali.

Svolge un ruolo fondamentale tanto nella salute che in diverse patologie, andando ad agire sotto molteplici aspetti.

 

Appare perciò essenziale mantenerla in una condizione di equilibrio. Qualcosa che non è sempre pienamente possibile, a fronte di situazioni quali l’assunzione di antibiotici, la presenza di patologie intestinali, lo sviluppo di intolleranze alimentari o semplicemente una dieta non equilibrata.

 

Eventualità in cui è necessario agire intervenendo il più possibile alla radice, onde evitare un ulteriore indebolimento. Se da un lato adottare sane abitudini alimentari si rivela indispensabile, appare molto utile l’utilizzo di prodotti come prolife 10 forte, integratore di fermenti lattici che contiene una buona percentuale di vitamine che appartengono al gruppo B. Esse aiutano inoltre a sostenere il sistema immunitario e favoriscono il metabolismo energetico.

 

In questo articolo ci soffermiamo sulla flora batterica intestinale, andando ad analizzare il suo ruolo così importante per la salute.

Cos’è la flora intestinale secondo l’ISS

Fare chiarezza su cos’è la flora intestinale è importante, dal momento che sono diverse le informazioni, non sempre precise, al riguardo. Per questo abbiamo scelto come punto di vista quello dell’istituzione di riferimento in Italia quando si parla di salute: l’Istituto Superiore di Sanità o ISS.

 

Secondo il quale “per flora intestinale si intende l’insieme dei batteri presenti nell’intestino dell’uomo. La scelta del termine flora si deve alla classificazione dei batteri nel regno vegetale quando gli esseri viventi erano suddivisi in animali e vegetali. Oggi i regni sono sei e uno di essi è costituito dai batteri”.

 

Il termine flora non è il solo adoperato, a proposito della popolazione di microrganismi che si trova presente nell’apparato digerente. Quello più corretto, sempre secondo l’ISS, sarebbe in realtà microbiota intestinale, da non confondere con microbioma.

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Photo by Christopher Campbell on Unsplash

Quest’ultimo fa  riferimento al patrimonio genetico del microbiota, che a sua volta comprende circa mille miliardi tra virus, batteri, funghi, protozoi, a fronte di circa un chilogrammo e mezzo. La differenza è paragonabile a quella che intercorre tra geni e organismo.

 

I microbi presentano una notevole diversità l’uno dall’altro in base a molteplici fattori, su tutti la popolazione di appartenenza, il luogo in cui dimorano, il patrimonio genetico, lo stile di vita della persona, l’alimentazione, il tipo di parto e allattamento, la storia personale e quella della madre.

 

Perché il microbiota è importante? Il suo patrimonio genetico rappresenta circa il 90% del totale di quello dell’essere umano e agisce su diverse funzioni dell’organismo, in particolare il metabolismo. Una ricchezza che va tenuta stretta e coltivata nella quotidianità.

La storia del microbiota intestinale? È quella della persona!

Recenti studi hanno evidenziato che la flora intestinale si sviluppa nell’essere umano fin dalle primissime fasi di vita, in particolare da quella neonatale.

 

Un momento fondamentale è quello del parto, dove avviene uno scambio importante tra la madre e il bambino: in tal senso il taglio cesareo porta a una sorta di deficit, in quanto tale relazione avviene tramite la vagina, a fronte di un aumento di batteri non potenzialmente buoni come l’Escherichia coli.

 

In questo modo viene favorito lo sviluppo di situazioni allergiche e delle malattie dell’intestino. Non meno importante l’allattamento, una fase durante la quale viene allenato, potremmo dire, il sistema immunitario, che si trova così nella condizione di maturare.

 

La flora intestinale non è statica, come abbiamo avuto modo di vedere. Tende a cambiare insieme alla persona per una parte considerevole dell’esistenza, anche se c’è una parte che rimane stabile dopo la fase neonatale.

 

Pertanto, quando il microbiota si trova in una condizione di equilibrio, o meglio di eubiosi, la persona è più in salute: più forte sia a livello fisico che mentale.

 

Quando invece è in disbiosi, ovvero alterato, favorisce la presenza di molteplici malattie, alcune correlate direttamente al tratto intestinale (come nel caso di obesità, malattie infiammatorie della mucosa intestinale, reflusso gastro-esofageo) altre no.

 

Sono diversi gli studi in corso attualmente sul microbiota intestinale: un mondo ancora oggetto di indagine da parte della scienza e tutto da scoprire. Se l’intestino è stato definito come “il secondo cervello”, lo si deve soprattutto a questa sua parte.

Cosa fare quando la flora intestinale non è in equilibrio

Le cause che possono portare a una condizione quale quella di disbiosi sono molteplici: dallo stress, all’infezione, a un’alimentazione scorretta fino alla comparsa di disturbi del sonno.

 

Nella maggior parte dei casi si rivela sufficiente agire sullo stile di vita: le classiche “regole” divenute ormai di semplice buon senso per quanto riguarda alimentazione e attività fisica.

 

Piuttosto efficace, inoltre, l’uso di probiotici come prolife 10 forte, consigliato ormai da integrare con una frequenza periodica secondo il parere di diversi esperti. Altri tipi di terapie con farmaci tra cui gli antibiotici sono prescrivibili invece soltanto da un medico.

 

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