Metodo Marie Kondo: la magia del riordino giapponese

I consigli anti caos della guru del riordino attraverso il suo esclusivo metodo Marie Kondo: le regole d’oro!
Ebbene sì, lo ammetto: sono caos-fobica. Vado in fibrillazione per un tubetto di dentifricio aperto; provo un male fisico quando vedo il cuscino del divano leggermente spostato con un’angolazione di 15 gradi in più rispetto alla sua legittima collocazione; invoco persino la forza di Grayskull quando devo riordinare la stanza dei giochi dopo il passaggio delle bambine. Insomma, non ce la posso fare. Oppure si, da quando nel Paese del Sol Levante, dove sono avanti anni luce, è nato il metodo Marie Kondo.
Altrimenti detto la Bibbia per le menti patologicamente ordinate come la mia. Nessuno e perfetto, no? E del resto, se questa nuova guru giapponese è arrivata a fama e successo proprio attraverso il suo innovativo metodo Marie Kondo, un sistema di riordino non solo della propria casa, ma anche della propria vita, una ragione ci sarà.
Perché, secondo l’autrice, ordinare la casa aiuta ad ordinare la propria vita; il disordine degli oggetti riflette un disordine interiore ed è un circolo vizioso: più c’è disordine e maggiore è il nostro sconforto, e viceversa.
E quale momento migliore della fine dell’anno per mettere ordine nella nostra casa e nella nostra vita? Quindi forza, l’impresa non è impossibile anzi!
Ma quali sono le regole auree del metodo Marie Kondo?
Metodo Marie Kondo: l’effetto boomerang
Il primo concetto fondamentale è che mettere in ordine non significa accumulare in maniera seriale gli oggetti: a questo primo, apparente ordine, infatti, ne seguirà un ulteriore, catastrofico, disordine.
Cercando infatti un angolo in cui accumulare le cose selezionate e “tolte di mezzo” prima o poi lo spazio a disposizione finisce e si tornerà a mettere di nuovo tutto in disordine, con il classico effetto boomerang.
Metodo Marie Kondo: selezionare gli oggetti
Prima di iniziare il vero e proprio riordino dobbiamo imparare a buttare gli oggetti (anche donandoli, ovvio).
Conserviamo solo quelli oggetti che ci rendono felici, che ci trasmettono delle emozioni: se l’oggetto non ci trasmette nulla di particolare, ci è indifferente o addirittura antipatico (la teiera natalizia regalata dalla suocera o il pigiama di flanella della cognata, per dire) nessun dubbio: ce ne dobbiamo disfare.
Perché non apporta nulla alla nostra vita, anzi ostruisce solamente il nostro ordine interiore.
Prima di buttarlo, l’oggetto va comunque ringraziato per la funzione che ha svolto a casa nostra (il karma, sapete…). In realtà questo sistema serve proprio ad evitare i sensi di colpa che sorgono in genere quando ci si disfa di qualcosa.
Metodo Marie Kondo: i passaggi fondamentali
Se quindi avete deciso di provarci, ecco gli step essenziali del metodo di riordino giapponese.
1. Sbarazzarsi di tutto ciò che non è realmente importante
2. Tenere solo ciò che apporta allegria nella nostra vita
3. Mettere in ordine per categorie, non per stanze (es. vestiti, giocattoli, trucchi ecc e non stanza da letto, stanza dei giochi, bagno)
4. Cominciare la nostra opera di ordine dagli indumenti
5. Organizzare i vestiti in verticale, ordinatamente piegati, e non in orizzontale: si risparmia moltissimo spazio in questo modo! Gli abiti vanno piegati come fossero origami
6. Terminare ogni categoria prima di passare alla successiva; cercare di terminare la categoria in un giorno, senza rimandare
7. Dare il giusto valore agli oggetti che rimangono in casa, gli oggetti “speciali”
8. Fare tutto da soli, anche le faccende domestiche: la casa è nostra e solo noi possiamo sapere di cosa realmente abbiamo bisogno
9. Non acquistare mobili nuovi, salvo reali esigenze ma sfruttare al massimo quelli che già si hanno.
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