Oscar 2016 e la vittoria di tutti noi

È la prima volta che ho, inconsciamente, deciso di seguire la notte degli Oscar 2016 per intero, accompagnata da tanta pazienza, tanto caffè e l’immancabile Twitter.
L’ho fatto perché questa volta c’era la speranza, la seria e concreta possibilità che l’uomo prima e l’attore poi che tutte amiamo, tutte veneriamo, potesse portare a casa l’ambita statuetta.
Sto parlando di Leonardo DiCaprio, ovviamente, e del fatto che tutti noi abbiamo preso fin troppo sul personale questa sua scalata, che sembrava senza fine, verso l’Oscar.
L’abbiamo presa sul personale perché Di Caprio è un po’ tutti noi, rappresenta quei tentativi falliti, quelle fatiche non ricompensate, quel prestigio mai ricevuto nonostante l’impegno e il talento. Di Caprio è la dimostrazione che chi la dura la vince, che non bisogna temere di superare i proprio limiti, che se qualcosa la vuoi e la vuoi veramente, prima o poi arriva.
L’Oscar è un simbolo, l’Oscar è la vittoria personale che noi vorremmo raggiungere, è la soddisfazione e la ricompensa che noi meriteremmo, e la nostra ansia, l’ansia delle amiche, l’ansia della mamma, della nonna, della zia, nel voler disperatamente che quest’uomo vincesse quella benedetta statuetta è perché Leonardo Di Caprio lo vediamo vicino a noi, ai nostri tentativi, ai nostri fallimenti e alle nostre rivincite. E questa vittoria è stata La Rivincita, e poco importa se il film non fosse dei migliori, se Eddie Redmayne è stato magistrale anche nell’interpretare una donna o se Fassbender fosse perfetto come Steve Jobs o perfetto a prescindere.
Grandissima vittoria anche per Ennio Morricone, che ci rende ancor di più fieri di essere italiani. Anche lui è la nostra vittoria, lui che ha dovuto aspettare anni di capolavori, prima di vincere, lui che a 87 anni, fragile ed emozionato, è salito su quel palco e con un dolcissimo discorso in italiano, ha dedicato la vittoria alla moglie.
Postilla sui vestiti: io ho un dubbio esistenziale da anni. Ma perché le star aspettano gli Oscar per sfoggiare devastanti e terribili vestiti?
Alicia Vikander, miglior attrice non protagonista per The Danish Girl, vestita in Vuitton, per me un grande NO.
Grande SI per Charlize Theron in un meraviglioso abito rosso Dior e Olivia Wilde in Valentino.
Rimandate Kate Winslet in Ralph Lauren, perché so che il vestito era veramente orrendo ed era facilmente assimilabile ad una busta, ma è Kate Winslet e non posso bocciare la sua eleganza e raffinatezza e la sua bellezza che, non so grazie a quale miracolo, aumenta col passare del tempo, e Cate Blanchett in Armani, che ha cavalcato il caso della parola petaloso, adattandola ad un abito, ma anche lei ha una classe che è troppo rara per essere classificata tra i No.
In tutto questo, la domanda, dal lontano 1998, è sempre la stessa: Kate e Leo, cosa vi blocca dall’amarvi, sposarvi e fare tanti bellissimi e talentuosi bambini che potrebbero alzare notevolmente il livello di bellezza di questo pianeta?
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