Padri separati e diritto a frequentare i figli!

Quella dei padri separati è una condizione purtroppo molto diffusa nella società moderna. Quale diritto hanno a frequentare i propri figli?
La fine di una relazione amorosa è sempre un passo difficile nella vita di una persona, spesso avvertito come un fallimento personale; se poi vi sono dei figli, la situazione si complica ulteriormente soprattutto per i padri separati! La preoccupazione maggiore, infatti, è quella relativa al rapporto con loro, alla frequenza ed organizzazione degli incontri.
Non neghiamolo: in presenza di bambini particolarmente piccoli, tale preoccupazione affligge percentualmente più i padri che le madri; sono gli uomini quelli più “penalizzati” nel rapporto con i figli! E quindi maggiormente “spaventati” all’idea di vedersi sottratto il loro diritto a trascorrere tempo adeguato con i propri figli.
È una preoccupazione legata al fatto che, in virtù del cosiddetto collocamento prevalente (di cui si dirà), nella maggioranza dei casi i figli in tenera età continuano a vivere con la madre, ed è il diritto alle frequentazioni paterne a dover essere regolamentato.
Padri separati e diritto a mantenere un rapporto con i figli
Partiamo tuttavia sfatando un mito e tranquillizzando tutti i padri che stiano attraversando la fase della separazione: nessuno, tranne in casi limitati ed estremi, può negarvi di incontrare i vostri figli.
La legge sancisce per tutti i figli, che siano o meno nati in costanza di matrimonio, il diritto alla bigenitorialità. Ciò significa che il DIRITTO È SANCITO PER LEGGE a COSTRUIRE UN RAPPORTO STABILE CON ENTRAMBI I GENITORI.
Tutti gli accordi eventualmente raggiunti dalle parti, così come le disposizioni di un giudice al quale ci si rivolge in caso di mancato accordo, sono infatti obbligatoriamente volti alla massima tutela di questo sacrosanto ed inviolabile diritto dei figli.
Un po’ di storia
La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha introdotto il principio di eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, aventi gli stessi diritti, che dovrebbero esercitare di comune accordo, e gli stessi reciproci doveri: alla fedeltà, all’assistenza, alla collaborazione e alla coabitazione.
Da tale eguaglianza si è poi giunti alla affermazione della medesima parità nel ruolo dei genitori, e ciò attraverso l’introduzione dell’istituto importantissimo in tema di rapporti con i figli: quello dell’affido condiviso, previsto e disciplinato dalla Legge n. 54/2006.
In base a tale principio, si presuppone che dopo la cessazione della convivenza tra i genitori i figli restino affidati a entrambi e, conseguentemente, dovrebbero trascorrere tempi più o meno uguali con la madre e con il padre.
Questo nonostante sussista ancora il c.d. collocamento prevalente, in virtù del quale i figli rimangono a vivere in maniera prevalente presso un genitore che, solitamente specie in tenera età, è la madre.
Padri separati: quanto tempo possono trascorrere con i loro figli?
Non esistono regole rigide nello stabilire tempi esatti da trascorrere con i figli da parte del genitore non collocatario, essendo importante solo che i figli abbiano a disposizione tempi adeguati a consentire la costruzione di un rapporto solido con la madre e con il padre.
L’assenza di rigidità è legata al fatto che ciascuna famiglia è diversa. La calendarizzazione degli incontri va quindi stabilita prendendo in considerazione non solo il supremo interesse del figlio (ed i suoi impegni scolastici e non), ma anche le esigenze, ad esempio lavorative, di ciascun genitore.
Diritto alla bigenitorialità: c’è differenza tra figli legittimi e figli nati fuori dal matrimonio?
La risposta è no. Ma con una doverosa precisazione.
Le coppie sposate hanno a disposizione i procedimenti di separazione e divorzio per regolamentare l’affido e il mantenimento dei figli.
Le coppie di fatto devono invece presentare un ricorso congiunto o contenzioso per regolare l’affidamento ed il mantenimento della prole nata fuori dal matrimonio.
In ogni caso, qualora si riesca a trovare un accordo, la calendarizzazione degli incontri viene stabilità dai genitori insieme ai propri legali, mentre qualora ciò non sia possibile sarà il giudice a predisporla.
È del tutto evidente che un accordo sia estremamente più vantaggioso rispetto al ricorso al giudice.
È bene evidenziare che anche nel caso di affidamento esclusivo ad uno dei due genitori – che oggi rappresenta un’ipotesi del tutto eccezionale in quei casi di incapacità oggettiva di uno dei genitori di prendersi cura del figlio – il genitore ritenuto “non idoneo” ha comunque diritto di vedere il proprio figlio.
Certamente in tal caso il tempo da trascorrere con la prole è ridotto, ed è possibile, ad esempio, che il giudice disponga incontri protetti.
Padri separati e diritto a frequentare i figli: conclusioni
In definitiva la legge, pur non indicando esattamente i tempi da trascorrere con i figli dopo la separazione, delinea i principi da cui ricavare i criteri per la determinazione di una regolamentazione adeguata nell’esclusivo interesse dei figli.
Nonostante quello della separazione sia un passo certamente difficile ed in ogni caso doloroso non solo per le parti coinvolte, ma anche e soprattutto per i figli, è auspicabile che i genitori lavorino al raggiungimento di un accordo.
Si può smettere di essere marito e moglie o compagni di vita, ma non si smette mai di essere genitori.
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