Pausa pranzo a lavoro: è obbligatoria? A chi spetta? Quanto dura?

La pausa pranzo a lavoro: tutto ciò che c’è da sapere!
La pausa pranzo a lavoro è obbligatoria per tutti i lavoratori che hanno un impiego giornaliero superiore alle 6 ore. Per legge essa non può essere inferiore ai 10 minuti.
Il datore di lavoro può stabilire la collocazione oraria e la durata della pausa pranzo del lavoratore, ma deve sempre e comunque attenersi alle normative di legge le quali stabiliscono che la pausa pranzo dev’essere obbligatoriamente riconosciuta al dipendente per la durata di almeno 10 minuti!
Entriamo nello specifico
Per un impiego part time inferiore alle 6 ore, la legge non prevede per i lavoratori alcuna pausa pranzo. Ma un datore di lavoro può comunque decidere di concederla al dipendente!
Ma per tutti coloro che svolgono un’attività lavorativa superiore alle 6 ore, l’articolo 8 del D.Lgs 66/2003 stabilisce che: “Quando l’orario di lavoro eccede il limite di sei ore, il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa le cui modalità e la cui durata sono stabilite dai contratti collettivi di lavoro ai fini del recupero delle energie psicofisiche e dell’eventuale consumazione del pasto al fine di attenuare il lavoro monotono e ripetitivo”.
La circolare 8/2005 del Ministero del Lavoro ha inoltre chiarito che per il lavoratore non è assolutamente possibile rinunciare alla pausa pranzo, neppure nel caso in cui il datore di lavoro offrisse un compenso aggiuntivo allo stipendio. La pausa pranzo a lavoro è obbligatoria e non può essere sostituita con compenso alcuno.
La pausa pranzo è retribuita o no?
Solitamente la pausa pranzo non è retribuita, specie se il datore di lavoro concede più di 30 minuti, ma ci sono comunque delle situazioni specifiche.
Ad esempio, se si tratta di uno spezzato, la pausa pranzo non è retribuita! Ma al contrario, se l’orario di lavoro è continuato, quei 10 minuti non faranno alcuna differenza sullo busta paga.
La pausa pranzo è compresa nella retribuzione nel caso in cui l’orario lavorativo è continuativo ad esempio dalle 09.00 alle 17.00.
Al contrario se si tratta di uno spezzato con start alle ore 09.00 alle 13.00 e poi dalle 15.00 alle 19.00, il lavoratore ha diritto a due ore di pausa pranzo ma in questo caso non retribuite.
Ci sono poi aziende che durante la pausa pranzo offrono ai dipendenti persino un servizio mensa all’interno dell’azienda stessa. Se l’azienda in questione non dispone di mensa può stringere un accordo con una mensa esterna (anche un ristorante) oppure riconoscere ai dipendenti dei buoni pasto.
Conoscere i propri diritti è importante!
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