Sindrome di Asperger, una diversa forma di interagire

Sono circa 120.000 in Italia le persone con sindrome di Asperger, per anni sottovalutata o non diagnosticata correttamente. Ecco cos’è e come si riconosce.
Da quando la scrittrice Susanna Tamaro, nota ai più per il suo romanzo sentimentale “Và dove ti porta il cuore”, ha fatto outing, la sindrome di Asperger ha finalmente acquistato maggiore visibilità, acquisendo una propria autonomia rispetto allo spettro dell’autismo, con cui in passato veniva confusa.
Lei, la Tamaro, definisce questa sua problematica come una “sedia a rotelle interiore” nel suo ultimo libro “Il tuo sguardo illumina il mondo”. E confessa che averle finalmente dato un nome è stata per lei un’autentica liberazione.
Finalmente il misterioso nemico con cui lottavo dai tempi dell’asilo – e che mi aveva provocato terribili sofferenze – aveva un volto e un nome.
Ma cos’è la sindrome di Asperger?
Scoperta dallo psichiatra austriaco Hans Asperger, si tratta di un disturbo neurologico dello sviluppo.
Prima che fosse correttamente incasellata quale autonoma patologia, le persone (soprattutto bambini) affetti da sindrome di Asperger venivano erroneamente diagnosticate come autistiche. Nel 2013 la sindrome di Asperger viene convogliata in una definizione, più ampia, di Disturbi dello spettro autistico intesi come un “deterioramento persistente nelle comunicazioni sociali reciproche e nelle interazioni sociali”, con schemi comportamentali ripetitivi e ristretti.
Chi soffre di sindrome di Asperger, è bene precisarlo, non ha ritardi cognitivi o intellettivi ed, in molti casi, non presenta difficoltà di linguaggio, ma trova disagio nei rapporti con le altre persone
Come si manifesta la sindrome di Asperger
I sintomi di questa particolare sindrome sono piuttosto netti e, quindi, semplici da individuare.
Difficoltà nel socializzare, interessi ristretti e comportamenti rigidi e ripetitivi caratterizzano le persone con sindrome di Asperger, pur in presenza di competenze cognitive e linguistiche nella norma.
Occorre in particolare fare attenzione a queste tre aree di “disturbo”:
Area sensoriale: si ravvisa un’aumentata o diminuita capacità di reagire a stimoli sensitivi, quali odori o suoni; può anche darsi che non si riesca a rispondere a più di uno stimolo sensoriale per volta.
Area cognitiva: si ravvisa una minore capacità a concentrare la propria attenzione su una problematica, a mantenere ferma la concentrazione su un determinato obiettivo
Area motoria: si ravvisano movimenti impacciati, una minore capacità di coordinamento motorio.
In pratica a livello neurologico si verifica una difficoltà nell’elaborare le informazioni che pervengono dal mondo esterno ed interno. Non tutti i sintomi naturalmente possono manifestarsi contestualmente.
Purtroppo si tratta di un disturbo in costante aumento, e sembra che questo sia legato all’età avanzata dei genitori che predisporrebbe uno sviluppo neurologico non corretto dei bambini
La differenza con l’autismo
Come abbiamo visto, dal 2013 la comunità scientifica non conosce formalmente più differenze tra autismo e sindrome di Asperger. A cambiare è il bisogno di sostegno e supporto più o meno lieve a seconda della compromissione dei soggetti.
Sussistono però, di fatto, delle differenze che riguardano il linguaggio (migliore negli Asperger), le abilità motorie (migliori negli autistici) ed una certa disabilità intellettiva presente negli autistici e non negli Asperger.
A chi rivolgersi se sospettiamo sindrome di Asperger
Individuare la sindrome di Asperger non è facile. Occorre valutare con molta attenzione il comportamento e le interazioni sociali, il funzionamento cognitivo
L’esperto più indicato in età evolutiva è il neuropsichiatra infantile, mentre per gli adulti uno psichiatra. Ma non basta, per una corretta diagnosi è utile affiancare anche figure come quella dello psicologo e dell’educatore o logopedista.
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