Prima ecografia e la gioia di scoprire che c'è

Prima ecografia e la gioia di scoprire che c’è: oggi Francesca ci porta al momento in cui ha scoperto che quel piccolo esserino è reale, con un cuore forte e pulsante.

Dopo la grande scoperta, ogni donna in attesa del secondo figlio che ha subito l’esperienza traumatica dell’aborto, attende soltanto una cosa: vedere quel minuscolo puntino battere.
Ora, temprata dagli avvenimenti passati, piuttosto che richiedere un’ecografia precoce con tanto di esame settimanale delle beta, decido che entrerò nello studio del mio ginecologo all’ultimo istante, quando sarà certo che lui/lei c’è e si fa sentire.
Sebbene in via di principio questa scelta può sembrare ragionevole, non ho fatto i conti con la mia voglia irrefrenabile di sbandierare ai quattro venti la gioia immensa che sto provando, ma desisto. Questa volta non devo dire nulla a nessuno: genitori, amici, parenti…non voglio illuderli.
Così il giorno seguente il risultato del test, vado in palestra ed incontro Serena, una delle mie più care amiche, che sa bene quanto dura è stata arrivare fin qui.
prima ecografiaLei mi scruta attentamente e io proprio non ce la faccio… mi si legge davvero in faccia,  le urlo “forse diventerai zia“… e tutti i buoni propositi vanno a farsi friggere (va beh infondo ho resistito 12 ore!!!!!!!!!!)… e da lì delirio…
Terminati i festeggiamenti nello spogliatoio, le faccio giurare su tutti i santi del paradiso che deve tenere la notizia per sé e i quarantacinque minuti di ginnastica a corpo libero, diventano una chiacchierata sul passeggini e tutine.
Stessa scena si ripete poco dopo a lavoro, con la mia fidata collega, insomma a lei dovevo dirlo per forza no???? dovevo spiegarle perché la mattina non prendo i miei soliti 10 caffè…… comunque è deciso dobbiamo prendere uno studio più grande e creare un area nursery.
Passata l’euforia iniziale comincia una lunga, lunghissima attesa, dove i momenti di felicità si alternano ai pensieri negativi.
Da un lato le nuove idee sulla cameretta, sul corredino e sul nome da scegliere per questo bambino, dall’altro il ricordo delle lacrime  in ospedale prima del raschiamento mentre le mamme del letto accanto festeggiavano l’arrivo del loro pargoletto.
Diciamo che il percorso per arrivare alla decima settimana non è stato dei più semplici e veloci ma, quando il 13.05.2017 alle ore 09,30 seduta nella sala d’attesa del Policlinico chiamano il mio nome, a stento realizzo che nel bene o nel male è arrivato il momento della verità.
Mi stendo su quella antipatica poltrona (ma chi l’ha inventata?? è la cosa più scomoda che esista!!), sento il fastidio della sonda per ecografia interna e con esitazione guardo lo schermo… eccola lì la camera gestazionale, il sacco vitellino e il piccolo embrione… le parole del mio medico sembrano non riguardarmi.. dettagli sulla misurazione, sulla data presunta del parto… ma la domanda più importante è “il battito c’è???” .

Finalmente il ginecologo attiva il volume dell’ecografo e quel suono, quel semplice e regolare “tum tum” scioglie mesi e mesi di angoscia e tra le lacrime realizzo che questa volta è vero… sto per per diventare di nuovo mamma!

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